Logo, logo delle mie brame…

Tempo fa avevo parlato di un logo e di un sito che riguardava il turismo di un’intero stato. Parlavo dell’Irlanda e parlavo marginalmente di Italia.it. Nel parlarne marginalmente avevo detto che, stante così le cose, anzichè aiutare il turismo lo avrebbe affossato. Per ora ha sicuramente affossato le speranze di chi vede il web come possibilità. Ora per una cifra enorme ci siamo dotati di un logo orrido e di un sito a portale nato già vecchio di 10 anni abbondanti. Il confronto è impietoso. Da un lato un logo che si ispira ai disegni geometrici e ai “celtic knots”, dall’altro una grafica inutile (e con i colori invertiti). Da una parte un sito agile, ben tradotto e accessibile, dall’altro un ammasso di tecnologie web pesanti, lente, fuori standard e non fruibili. Sono, con molti altri vedo, deluso, disilluso e portato a pensare che, in fondo, si cercasse solo un modo di spendere un po’ di soldi pubblici. Un’altra occasione perduta.

Ironic?

ChiambrettiSono solo io a trovare l’ironica campagna pubblicitaria di Robe di Kappa, con protagonista Piero Chiambretti, carina e poco invasiva? In pratica il nostro (cinquantenne) eroe, indossando semplicemente una polo a tinta unita (sempre Kappa, ovviamente), tiene in mano una serie di attrezzi sportivi (che con il suo fisico difficilmente userebbe), sorridendoci sornione alla “se ce la faccio io, ce la fate tutti”
Quella con la palla da Rugby però è vagamente inquietante. L’ovale è grosso quasi quanto lui, provate a fare il confronto con la foto in azione di Bergamasco pochi post sotto.

Afono

àfono dal gr. APHONOS, comp. di A privativo e PHONOS voce (v. Fonetico) – Che è senza voce per cagion di malore. Deriv. Afonìa.

Senza voce non si canta messa (non era così ma vabbè), quindi anche il pinguino gira in tondo aspettando il ritorno della MIA voce, fuggita chissà dove.

Critico! Critica te stesso!

Partendo dal presupposto che parlando di Adorno non stiamo dissertando su un Mughini, per fare le debite proporzioni, ho due sentimenti. Il primo è di gran piacere (se ne facessero più spesso di discussioni di questo livello). Il secondo è, che pur con le giuste premesse, lo schema di 6 livelli di conoscenza mi sembra un po’ troppo strettino ed accademico (in senso alto, si intende). Anche se il 6 (ascoltatore di leggera tout-court) fu sapientemente inquadrato anche da quel geniaccio di Zappa che nella sua autobiografia con Peter Occhiogrosso se la prendeva con la profilazione profondamente verso il basso del fruitore di musica “pop”. Comunque riprendendo il filo della discussione, la cosa che meno mi piace dello “schema” è il salto che sembra comparire fra la posizione 1 e la 2, non è un piccolo passaggio a parer mio, mi pare proprio un abisso. Come dire che se non sei un musicista (nel senso classico del termine) non puoi o potresti intervenire nel discorso critico-musicale. Ma magari è solo una mia impressione, e non riesco a capire cosa Adorno intenda con “…anche se sa poco o niente della grammatica e della sintassi”.

Cronache da un manicomio (Uovo-fritto/reloaded)

uovofrittoCom’è, come non è, sono riuscito ad andare a vedere i ragazzi in azione nella fatica finale. Non vi sto a dire come stavo io, ma posso benissimo immaginare come potevano stare loro, con l’intro lunghissima, l’attesa in concentrazione tra il pubblico, l’effetto carico-scarico dell’adrenalina (se si fanno solo tre spettacoli, tiratissimi, è come la sequenza dell’ottovolante). Durante lo spettacolo io stesso mi sono quasi mangiato un dito, e dire che notoriamente non sono dedito a cannibalismi. Bravi tutti, perchè lavoro necessariamente corale, senza nascondigli quasi per nessuno (e specie per i pazzerelli, sempre in faccia al pubblico). Bravo Paolo che mi immagino cosa gli abbia fatto patire. Bravi scenografi, musici e datori luce, perchè, e mi ripeto, lo spettacolo ha funzionato perfettamente, muovendo parecchie farfalle nei posti giusti (principalmente lo stomaco). Forza e coraggio, ora si riparte. Chi comprerà un nuovo sturalavandini?

The Mighty Flying Penguin – Numero Due

LogoIl pinguino volante continua a non toccare terra. Lo schema del podcast in genere sarà questo: Una somministrazione omeopatica di musica classica (che non fa mai male e anzi abitua l’orecchio), l’angolo della Proesia, che comprenderà anche scritti non necessariamente proetici, qualcosa di interessante trovato in rete, nei blog, su Youtube e conclusione con un po’ di sano rock.

A questo giro sono saliti in groppa al pinguino oltre al Proeta, Herr Effe (Herzog), Gianluca Neri perso per Roma e Giorgia di Opéra Bouffe (in fibrillazione per nuovi musical). Mettetevi comodi e buon ascolto.

P.s. Potrete iscrivervi con iTunes seguendo questo link.

FESTIVAL OFFICINA TEATRO XI – 2007 \3

Il mio gruppo va in scena (ma non io).
Ecco a voi:

UOVO FRITTO – Storie da manicomio
16 e 17 febbraio 2007 ore 21.00 – 18 febbraio 2007 ore 18.00
Testo scritto da: Fabio Barbati, Rosalba Carchia, Angela Coalizzi, Gianni Corsi, Paola Curione, Emanuela Gentile, Anna Vittoria Langmann, Miriam Mareso, Simone Nebbia, Carmine Sacco, Tiziana Salvatori, Antonella Sanetti, Carla Vincenti
Coordinati da SIBILLA BARBIERI
Regia
PAOLO ALESSANDRI

LA STORIA

L’ospedale Santa Maria della Pietà nasce come struttura caritatevole, come “ricovero per i pazzerelli” ma nel tempo si trasforma in un ospedale immenso, mostruosamente chiuso al mondo.
Un piccolo villaggio che ospita fino a tremila Continue reading FESTIVAL OFFICINA TEATRO XI – 2007 \3

Mi illumino di meno (e magari scappo all’IKEA…)

milluminodimeno

Ormai un po’ tutti avranno sentito parlare dell’iniziativa “m’illumino di meno“, lanciata tempo fa dalla trasmissione radiofonica “caterpillar” e ormai giunta alla terza edizione. L’idea è semplice, per una sera, per poco tempo, guardare (tramite il grafico di Terna) come si può incidere sui consumi di energia elettrica (e non solo) con dei semplici gesti. Come cambiare le classiche lampadine ad incandescenza (con buona pace di Edison), tenere spenti gli Stand-by di Tv e Stereo (questa cosa però, non mi trova d’accordo), usare i piedi, i bus o la bicicletta e insomma, trovare un po’ di coscenza critica verso gli sprechi. Io aderisco da anni, dato che le lampadine in casa mia sono al 98% di tipo a basso consumo (ne è rimasta una messa in uno scabuzzino in un posto infame da raggiungere, ma ha i giorni contati). Però la coscenza critica degli italiani, sempre pronti a correre incontro ad iniziative benefiche, si scontra puntualmente con la poca voglia di continuare in quella direzione. Basta pensare a quante poche persone, passando ad esempio nel reparto luce di IKEA, ne escano con in mano le magiche lampadine elettroniche. Quando ne chiedo il perchè ad amici e conoscenti le scuse sono in genere:”costano troppo” seguito da “ma tanto non serve a risparmiare” e la conclusiva “all’inizio fanno poca luce e sembra un cimitero”.