E’ finito il teatrino!!

Alè, il finesettimana è alle porte (specie se abitate a Roma) e venerdì e sabato c’è il provino-saggio-spettacolo. Il gruppo è caldo, pronto, affiatato, ma sopratutto sotto un TIR.

Anzi mi dispiace non aver fatto abbastanza pubblicità a tutti i provini organizzati da Marte 2010, che potete leggere e rileggere seguendo questo link (è un PDF). Questa sera prova generale con luci, speriamo che il nostro mentore non cerchi di colpirci con i fari.

Sotto c’è un teatro

PortoAllora, facciamo un po’ di ordine: c’è chi scrive e chi no ma non ci sono mosche, il cervo è felice, probabilmente per via della scatoletta che potrebbe essere anche per i gatti (ma non è detto). Il thè-sta o croce, fossero poi solo quelli i problemi, i treni si fermano in stazione e il porto sandeman fa fare strane cose. Le lettere degli impiccati spesso sono mendaci, se non troppo brevi. Quello che si rompe rimane rotto, quello che si strappa rimane strappato.

No, non l’ho bevuto io il porto, ma l’ora e mezza circa di spettacolo tiratissimo con soli due protagonisti e uno spazio particolare come il teatrosalauno, sotto la scala santa. Protagonisti, il mio attuale mentore e regista Paolo Alessandri e Piotr Adamczyk, sotto la guida di Fabio Omodei, hanno affrontato in un fantastico one-shoot per il romateatrofestival il testo di Slawomir Mrozek, “Emigranti”. Sono due “emarginati”, o autoemarginati, che passano in una sorta di esilio autopunitivo il tempo aspettando qualcosa che non ci sarà, il ritorno per il contadino trasformatosi in operaio, che accumula per accumulare e la realizzazione del libro dell’intellettuale, che accumula a sua volta materiale al solo scopo di non usarlo. Lo scoprirsi simili, pur diversi, porterà lo spettatore ad avvicinarsi a loro, solo per scoprire che le piccole meschinità, così come le grandi, fanno parte comunque del nostro essere. Così come i soldi, non spesi, non portano nulla, anche la scrittura, la cultura, non “spesa”, non porterà altrettanto nulla. Il vorticoso finale etilico, verso la non realizzazione, ha mostrato benissimo la capacità tecnica di questi due attori (mettendo fortemente in crisi il vostro umile scrivente, ma questo è un altro problema).

E il provino si avvicina…

Date al pinguino ciò che è di Cesare…

E’ giunta l’ora. I grandi movimenti di opinione ormai partono dalla rete, qualunque direzione possano prendere. Così, dopo una lunga notte di taglia e cuci, dopo circa 98 clip registrate, ascoltate, cancellate, spernacchiate, dimenticate, ripescate, definitivamente eliminate, sono pronto per prendere il mio giusto posto. Come Aborigena con il PD, io, e conseguentemente il pinguino, siamo pronti per prendere il possesso del microfono che appartenne a Bordone. Se in televisione riescono ad andarci cani e porci, almeno in radio mandiamoci un animale più simpatico.

Vi allego l’orrendo reperto, tanto per farvi capire al livello di abonimio al quale sono arrivato. Una prece.

Olà!

T39Salve, ci siete ancora? Non siete fuggiti? Ok, io sono sempre sepolto dal lavoro, ma ho deciso che un momento per scrivere me lo dovevo ritagliare. Così non si perde l’abitudine e si pulisce lo spam allungapiselli che subito si accumula. Volevo segnalare una cosa, sono un felice possessore di un telefono che fa il telefono, ormai fuori produzione da anni. L’unica sciccheria l’ha nel bluetooth, che sfrutto comunque poco. Qualche tempo fa Motorola ha messo in commercio un telefono che, quando questo tirerà le cuoia, probabilmente lo sostituirà. Ora ne parla, con il giusto acume, anche Dispenser Bordone.

Buona lettura.