…Giufà aveva un cavallo…

giufaIeri sera è stata la volta dello spettacolo di Ascanio Celestini, il primo di quattro chiamati “carta bianca” (disperavo per i posti disponibili). L’atmosfera questa volta è completamente diversa. Vuoi un po’ per il caos che si sta iniziando a creare all’interno dell’auditorium per via dell’imminente festa del cinema, vuoi perchè Ascanio non si smentisce e te lo trovi che gira per la sala poco prima dello spettacolo salutando e chiacchierando con il pubblico. Scena ancora più semplice dello spettacolo di Daniele Formica, sul palco tre sedie di legno, di quelle classiche con la seduta dura, due microfoni per i musicisti (Matteo D’Agostino e Gianluca Zammarelli, che tirano fuori anche una “chitarra battente“) e un monitor. Stop. Ascanio va dietro le quinte e quasi subito sale sul palco, si siede, introduce brevemente l’argomento ovvero le storie di Giufà, che, come dice, ha tanti nomi diversi compreso zi’ Checco e che rappresenta lo stupido sapiente, lo stupido saggio, lo stupido che con le sue stupidaggini mette sempre nel sacco chi gli vuole nuocere.

I musicisti iniziano a suonare e parte la prima storia di Giufà, poi una seconda, giufà incontra un brigante, un prete vecchio (ma vecchio vecchio, avrà trecent’anni!), vende secchi, compra maiali, entra nei sacchi ma ne esce, sconfigge i fantasmi, insomma passa più di un’ora e mezza e neanche te ne sei accorto. Ovvio l’applausone per richiamarlo, e via altri due pezzi, questa volta il diavolo che gioca a carte con Dio e poi la gallinella che corre di bottega in bottega (questa, letteralmente, un vortice di parole). Finalmente visto dal vivo, Ascanio conferma quello che mi aveva sempre dato in radio. Senza fisicità eccessiva e con un modo di raccontare trascinante fa comparire tutti i personaggi del racconto praticamente senza alzarsi dalla sedia. Potevo immaginarlo dentro una scatola (come Giufà) con sopra disegnata con il pennarello l’immagine di una radio e mi avrebbe rapito comunque. Ci sono altre tre serate (una anche con Fresu alla tromba), ve lo consiglio vivamente (anche se non siete mai andati a teatro, ma magari un nonno che vi raccontava le storie lo avete o avevate).