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Bollani in TV

Che la seconda serata (quasi terza) della RAI TV riservi spesso ottime sorprese non stupisce più. Ora c’è da vedere un programma con Bollani come mattatore. Un programma in cui la musica la fa da padrone e in cui l’eclettico pianista invita oltre ad alcuni ospiti italiani (possono piacere e non piacere), ottimi musicisti con cui si esibisce ed alcuni fanstasmagorici freak musicali al par suo. La puntata andata in onda Ier sera (e disponibile integralmente su RAI PLAY) aveva come ospite la Juniorchestra di Santa Cecilia, diretta da Simone Genuini, che ha da prima eseguito un movimento del concerto azzurro di Bollani stesso, e poi è stata ottimamente sfruttata per un momento esilarante insieme a Igudesman & Joo nel finale di trasmissione. Insomma, se ritenete che l’importante è avere un piano, questa trasmissione non potete proprio perdervela.

Balliamo di Architettura

Formazione BollaniSono riuscito ad andare a vedere Bollani all’auditorium, anche con il fisico che remava contro. Devo dire che ne è valsa la pena, visto che l’incrocio Zappa + Bollani è stato decisamente riuscito. Partiamo dalla formazione. Bollani è spalleggiato da un gruppo di musicisti americani favolosi, Josh Roseman al trombone, Jason Adasiewicz al vibrafono (una vera rivelazione, usa lo strumento in maniera folgorata e folgorante), Larry Grenadier al contrabbasso e Jim Black alla batteria. Il concerto porta (ovviamente) pochi brani in dote, espansi sino la dove la trama della musica zappiana permette, tenendo conto che lui per primo si divertiva con questo genere di operazioni. La scaletta riporta cose come Lumpy Gravy, Blessed Relief, poi l’unico pezzo cantato, un Bobby Brown fedele all’originale ma pieno di chitarrine di plastica e sassofoni della bontempi, il vibrafono suonato con l’archetto, poi Cocksuckers’ Ball (specifico, i brani non erano dichiarati, questo è quello che ho “intuito” all’ascolto) e i bis, iniziando da una versione per piano solo di uno dei miei pezzi preferiti di Zappa “Peaches en Regalia”, velocità e spostamenti di accenti incredibile, con il pubblico che ha continuato a chiamare il gruppo sul palco con la concessione del tema di Lumpy Gravy ripetuto in chiusura. Ora non mi resta che sperare in una pubblicazione di questa serie di concerti. Sarebbe un bel regalo a diversi gruppi di persone, appassionati di jazz, zappiani e curiosi musicali in generale.

La foto è orrida, fatta in deroga alle animose richieste dell’Auditorium di non farne (neanche potessi venderla, tsè), a solo memento del fatto che qualche linea di febbre non mi hanno impedito di fruire di buona musica.