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Una domanda a Luca Sofri

Uso un post come fosse una mail, Sperando in una risposta di Luca.

Sento toni trionfalistici durante le letture dei dati della “nuova” Audiradio. Si vantano risultati raggiunti, squilli di trombe e fanfare. Dato che a me pare che il pomeriggio radiofonico di Radio2 continui a sembrare desolato come il panorama del deserto dei Tartari, desolato a tal punto da avermi strappato anche all’ascolto di Caterpillar, cosa c’è di vero in tutto questo strombazzare?

The Mighty Flying Penguin – Numero Sette

LogoTorna, finalmente dopo mesi se non anni, una nuova puntata del pinguino, fatta con tutti i crismi  e con tutte le cosine teNNiche al suo posto.

In questo numero un po’ di carne al fuoco. Innanzitutto un omaggio al Condor di Luca e Matteo, il momento della classica con un pezzo per violino e flauto (laflauta docet) preso dall’album “Six Sonatas for Flute and Violin – Opus 51 – Boismortier” del duo de Bois. Ho comprato e scaricato l’album da Magnatune, un ottimo servizio di musica originale on line che consente il preascolto dell’intero archivio, flessibilità nel prezzo dell’acquisto e che da il 50% secco dell’incasso agli artisti. Poi la “promessa” lettura presa dal libro “La distruzione di un mito” di Gaspare Bitetto, in rete “Waxen“, che mi sono assai divertito a registrare, indi un mio contributo, già pubblicato, per il collettivovoci, splendida iniziativa di cui ho parlato nel post precedente e per concludere un salto nel Punk Ska (demenziale) dei bravi “The Menthos“, con un pezzo preso dal loro secondo album “du iu uona Rokke Rolle?”.

Come sempre, Buon Ascolto.

P.s. Da questo numero il podcast è ospitato su Podbean, servizio di hosting per podcast.

Il buco nero radiofonico

Consideriamo. Consideriamo che è passato un mese dalla chiusura di Condor (L’ex programma di Luca e Matteo, per chi non lo sapesse) e tutto quello che ne ho ricevuto è una sorta di buco nero  sulla time line di Radio2. Io sto qui che mi riascolto l’anastatica delle puntate passate del programma, grazie all’archivio a cui tutti abbiamo contribuito sul sito di Giovanni Fontana (Distanti Saluti) e non riesco più ad accendere la radio dalla fine del Ruggito all’inizio di Caterpillar. Prima sentivo, alleviato dalla programmazione precedente, anche 610, ora mi irrita, e non parliamo del pessimo riposizionamento di Dispenser. Aspetto i risultati del panel (che sono sicuro verranno letti e stiracchiati in tutte le direzioni, per non mostrare la debacle), ma non credo che il ciacolar di donna o chi conduce a colpi di giovanilismi alla MTV Italia abbiano fatto il botto. Il tonfo, se mai.

Una lancia la voglio spezzare a favore di un programma nuovo, Moby Dick, che si occupa di musica Rock e non solo. La playlist è buona, ma la conduzione è tutta su i toni di chi dice: “uhhhh come erano forti 40 e passa anni fa!!” e riesce ad essere veramente irritante (per la cronaca, se il dinamico duo venisse riallocato radiofonicamente li, forse…)

Mira! El Condor!

Chiudo la trilogia del Condor (uno e due) con un saluto alla trasmissione dell’anno. Una trasmissione che non usa il trucco del telefono “aperto” per avere un margine d’ascolto migliore (lo disse anche un incredibilmente serio Bergonzoni ad una conferenza sulla radio: “Il pubblico deve ascoltare, punto”) ma che punta su contenuti e idee per farci vedere oltre la punta del naso (e del “boxinomorboso” di Repubblica). Ricordo un consiglio datomi da Luca anni fa, quando avevo messo su un blog statico (don’t ask), di iscrivermi alla mailing list del NYT per aver modo di trovare e scoprire notizie che altrimenti sfuggono. Il riconoscermi in quel genere di taglio e di raccolta di notizie date mi mancherà, come alternative rimarrebbe Nicoletti su Radio24, ma ha preso una strada diversa. Ieri ultima puntata con commento dal vivo su FriendFeed ed una piccola coda su MacchiaRama per il mago di OZ con i miei tentativi di guastatore “guastati” dalla teNNologia.

Da quello che ho sentiro ier sera ci sarà modo di continuare un bel trend, sfruttando se non le onde radio, le possibilità del web. E a chiudere un discorso di getto e poco revisionato, chiudo con una foto che dice tutto.

So long Boys.

Per Condor (Radio2) è iniziato il conto alla rovescia

Scarico il podcast e non mi capacito. Lo ascolto per strada e mi viene il magone. E soprattutto mi chiedo perché. A Sofri e Bordone è inutile la mia sviolinata. Da essere radiofonico so benissimo di essere in primis un conservatore che vede ogni cambio di palinsesto come un attentato alla sua integrità mentale e intellettuale. Ma un conto è l’introduzione di una novità, un conto è lo scempio. Scempio che il nuovo direttore (volutamente minuscolo) porta avanti forte di motivazioni inesistenti. Prima gli ascolti bassi, con dati che si sono mostrati di segno contrario a quelli indicati, poi l’improbabile sovrapposizione con “RadioCity” che, con tutto il rispetto, è trasmissione noiosa e poco paragonabile. Insomma, s’è l’alternativa è “il primo reality delle donne”, con l’affetto che trasmetto al mondo femminile, credo che sia una punizione troppo grossa per noi, che siamo tecnologici, 2.0, web addicted ma soprattutto ascoltatori. Direi che non ce la meritiamo.

Ragazzi, fateci sapere che fine fate, dove andrete e che farete. Io e i miei 4 lettori 4 cercheremo di ritrovarvi.

Gettando il sale sulle macerie…

Già mi sono espresso più volte in maniera molto critica verso il modo in cui la RAI, nella fattispecie RadioRai, tratta i programmi acquisiti e di successo presenti sulle sue frequenze, smantellando in maniera quasi scientifica quei minimi sussulti culturali presenti qui e la. Già narrai delle travagliate vicende di Radio3, il canale che doveva essere della cultura per eccellenza, massacrato in maniera perfetta e ineccepibile dal quel assurdo personaggio di Valzania.

Valzania prima, l’attuale dirigenza poi sono i perfetti sgherri dell’attuale governo, partoriti dal precedente governo di Mr. Berlusconi, destinati a finire il lavoro. Cultura in TV non se ne vede da tempo (ricordate lo spettacolo di Paolo Rossi a Palcoscenico che fece il botto di ascolto? E poi fatto sparire?), non ce ne deve essere, perchè il veicolato delle immagini non possa essere altro che lato B, soldi facili, estremizzazione e spettacolarizzazione di ogni cosa. Anche la radio può veicolare cultura, e dato che queste persone per loro tornaconto come sentono la parola “cultura” mettono la mano alla pistola, a Radio 3 all’epoca ci si trovò orfani di programmi fantastici tipo il Teatro Giornale e molti altri. Radio2 già è funestata da una programmazione zoppa e infarcita di uno pseudo flusso portato avanti dal “Cammello”. Si salvano alcuni sussulti come “il ruggito del coniglio”, “Caterpillar”, Condor, Il defunto “alle otto della sera”, Sumo, l’altro lato. Ora, come uno tsumani o come un moderno condottiero che sparge sale sulle rovine della città distrutta, si segano via Condor e altri, per aumentare il flusso del cammello, e finire di appiattire tutto. Credo che al sicuro non si possa sentire nessuna redazione.  Giusto uno sfogo il mio, tanto anche le sollevazioni 1.0 (telefono e lettera) che 2.0 (FriendFeed, FaceBook, blog o altro), non penso possano deviare di un solo millimetro la traiettoria già decisa verso le rapide prima e la cascata poi (immagino Niagara lato Canada, giusto un filo più spettacolari).

P.s. Non mi va di fare commenti su i nomi usciti per sostituire ad esempio Bordone e Sofri, non mi va proprio.