Quanta fretta ma dove corri…

Sono andato all’auditorium della Conciliazione per assistere ad un concerto dell’Orchestra sinfonica di Roma, ma sono riuscito a partire nel classico “Fuori tempo massimo” per la percorrenza sul Lungotevere fino in Zona S.Pietro. Ho lasciato la striscia di fuoco modello Wile E. Coyote sulla Colombo, mi ha fatto la hola Ben-Hur per il tratto del Circo Massimo, e sono sicuro che mi verranno a prendere in pompa magna per la percorrenza a velocita di curvatura del sopracitato Lungotevere, Tevere nel quale mi getteranno alla fine dei festeggiamenti. Ma nonostante tutto sono arrivato a concerto iniziato, ho beccato un biglietto a zero euro ed ascoltato la prima parte dal foyer. Tutto sommato serata positiva (a parte la maniglia rimastami in mano uscendo dal bagno).

Il programma era molto interessante e piacevole all’ascolto:

  • Anton Bruckner: Te Deum – per soli, coro e orchestra
  • Alexander Borodin: Nelle Steppe dell’Asia Centrale e Danze Polovesiane.

Bello e coinvolgente, specie per le conosciutissime danze, con ben cinque percussionisti sul palco. Ottima esecuzione e finalmente un luogo con un’acustica adeguata (per la sinfonica rispetto al Sistina, dove avevo ascoltato un concerto precedente). Vi consiglio di leggervi i programmi a venire, Il Direttore Francesco La Vecchia fa una scelta di incoraggiamento verso i giovani molto forte (prezzi per biglietti e abbonamenti bassi) e lo consiglio come possibile alternativa all’auditorium di Roma, per variare gli ascolti.

3 thoughts on “Quanta fretta ma dove corri…”

  1. Ocio! I percussionisti erano 6. (Il rullante era avanti, accanto ai legni, per cui poteva sfuggire al conteggio…).

    Il precisino scassamaroni

  2. Grazie per la correzione Gigio, in effetti me lo avevi detto tu, ma io sono totalmente intronato. Si Giorgia, considero questa orchestra un ottimo viatico per i giovani per conoscere un genere che è spesso a loro sconosciuto. Ma di facce giovani ne ho viste ben poche.
    due Ps. ma sulla chat di Gmail non passi più?
    Mi sto ancora sbellicando per il “panico alla Scala”. La paginetta stile fotoromanzo è semplicemente fantastica.

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