L’innominabile evento

TramE’ passata quasi una settimana dalla fine di Sanremo, ma mi va di scrivere due cose. Premetto che ho al solito filtrato il festival tramite i Gialappi ed anche così l’ho seguito a mozzichi e a bocconi, però voglio fare un’analisi sul formato televisivo e un po’ sulla musica:

Baudo (il vecchio?) + Chiambretti (il nuovo?) – Ha funzionato bene, non ci sono state cose di cui vergognarsi, i tempi (diciamo) comici hanno avuto pochi buchi. Baudo che accetta di uscire sul palco dalla botola come Belfagor in apertura mi ha divertito. Baudo ha ammesso che il Sanremo elefantiaco (sua creatura) ha bisogno di essere scorciato, ma probabilmente non glielo permetteranno (sappiate che la cosa è fortissimamente voluta dall’amministrazione della città dei fiori).

Ospiti: Ci sono stati alti (Ben Harper) e bassi, buone le idee fuori dalle righe (vedi Mark Yu). Baudo si è quasi fatta passare la voglia di far parlare a tutti i costi gli ospiti musicali, il tormentone “Donna Rosa” dopo la terza volta ha sfrangato i maroni (ma si poteva sopportare).

Giurie di qualità: E’ passato l’otto (Tram della capitale noto per i suoi incidenti) e se li è portati via tutti. Inutili, stendiamo un velo pietoso.

Televoto: Abolitelo. Meglio la semplice giuria demoscopica.

Le bellone: Poco invadenti, costrette dagli autori a qualche siparietto comico. Meglio delle sfilatone di mezzora del passato (vedi edizione Bonolis).

La musica: e qui il discorso si fa complesso. Cosa si cerca da Sanremo? Un idea di musica italiana che rimane ancorata ad una pseudo-tradizione (e costringendo anche gli esordienti a fare lo stesso)? O un possibile evento per trovare nuove idee? Alla fine poca roba nuova, troppa roba vecchia (cosa diavolo lo riesumi a fare un Cutugno o un Little Tony?). Il terrore corre sul filo: Tricarico deve fare l’autore (qualche idea l’ha) e contemporaneamente andare in analisi, un Tenco basta e avanza (e gli manca la classe). La Bertè, pseudo disastro annunciato, ha ragione la Gialappa, fa la finta matta tanto la voce non va più. Classifica personale (ma senza ordine di arrivo): Gazzè, Frankie Hi Nrg (ma mi aspettavo altro), Cammariere (duetto con Gal Costa +10 sul mio personale cartellino), L’aura (duetto con Cristina Scabbia, fatto felice l’angoletto metallaro che è ancora in me). I vincitori: Spottone pubblicitario per il musical a venire, canzone d’amore che sembra uscire da un cartoon Disney. Non saranno i nuovi Jalisse dato il diverso ambito in cui operano. Caso Tatangelo: Dopo tutte le chiacchiere, le esternazioni e i fischi; la ragazza ha un solo problema, è simpa come un dito al culo. Zampaglione: L’otto (vedi sopra) nell’altra direzione.

3 thoughts on “L’innominabile evento”

  1. Parliamo un attimo del filtro dei “gialappi”. Mi è capitato per ben due sere del festival (che non guardo e non posso guardare) di fare lunghi tragitti in auto nelle ore della trasmissione, e ho ascoltato alcuni stralci del festival con il suddetto filtro gialappico e compagnia aggregata (i penosissimi “spostati”).
    Anni fa (oramai tanti) quando la Gialappa’s commentava le partite dei mondiali, erano divertenti e originali. Ora sono una corte di portinaie, pettegoli in modo disgustoso e soprattutto di una volgarità continua, gratuita ed estremamente fastidiosa.
    Oramai son cariatidi pure loro. Quando li fanno fuori?

  2. La giuria di qualità… il giorno dopo, Emilio Fede, mentre commentava nel suo telegiornale (?!) la notizia sui vincitori di Sanremo, li ha chiamati Fior Di Tonno e Liolà Ponce! 😀
    Cioè, dico, fai parte di una giuria e non conosci neanche i nomi di chi stai giudicando?! Meno male che non si trattava di un processo!

  3. Olà Gigio,
    che piacere rileggerti (in realtà passi di qui sempre, sono io che scrivo con un ritmo da bradipo). Possono (i gialappi intendo) alcune volte andare troppo sopra le righe, ma l’effetto che ho è di “vedere” più che altro il dietro le quinte del patinatissimo evento ed evitare il “mollichismo”, per cui sono tutti bravi belli e capaci. Poi la dinamica era Radio1 per sentire la canzone (se mi interessava) e il 2 per sentire qualche cavolata. Per quanto riguarda “Gli Spostati”, sospendo il giudizio ma mi sembrano ne carne ne pesce.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *