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Banksy chiama Beppe

Il 99,9% di quelli che tu chiami «graffitari», Luca, sono imbrattatori e/o vandali. Hanno ridotto le nostre città a uno schifo, sporcando edifici che meritano affetto e rispetto.

Questo è Beppe Severgnini, in risposta ad un lettore riguardo le norme anti graffito. Sarà un impressione, ma vedendo alcune cose in giro (anche a livello internazionale), credo che il buon Beppe (in assoluta buona fede) sbagli clamorosamente la percentuale degli “artisti” nella sua stima (si potrebbe anche dire “fare di tutta l’erba un fascio”).

Buskers /1




Buskers /1

Originally uploaded by Xabaras

L’esibizione del busker, come quello che vedete nella foto e di tutti quelli che si sono alternati nello spazio antistante il mercato coperto, ha nell’esercizio in se, annunciato trionfalmente all’inzio dell’esibizione, la scusa ultima per creare con la preparazione dell’esercizio stesso un enorme sketch, in buona parte improvvisato, coinvolgendo singole persone o l’intero pubblico fermo davanti a lui. Nessuno, neanche chi passa semplicemente per andare da una parte all’altra della piazza, può restare “estraneo” all’esibizione in corso.

Canada Post

Dopo esserci stato per conto mio, vederlo con gli occhi di un’altra persona fa sempre un’impressione particolare. Vi segnalo quindi questi quattro postcanadesi” di ComidadeMama, più un quarto dedicato alle letture dei bambini (cosa sacrosanta contro lo strapotere televisivo). Rivedere alcuni luoghi a distanza di tempo mi sta facendo venire voglia di tornarci (e magari restarci).

In più vi ricordo, post poco più sotto, la scatolata di vecchio (vecchio per alcune cose, non per altre) materiale informatico che ho messo da parte, disponibile a Roma per chi mi offrirà una bella birra.

Hack This! \2




An IKEA Hack

Originally uploaded by Xabaras

Sempre per tornare sul discorso degli hacker di IKEA, io anni fa avevo “creato” questo, mettendo insieme due Benno e l’anta a vetro di Billy. Perfettamente funzionale, ma da fissare al muro, pena la caduta del manufatto sul capino. L’altra cosa che poco mi spiego è il discorso dell’haking per combattere l’omologazione imposta della casa. Da quando ho preso il primo catalogone e visitato il primo negozio (Genova) ho notato che i designer svedesi spingevano sulla personalizzazione dell’uso degli oggetti. Insomma, niente di nuovo sotto il sole (anche se questo sul loro forum lo piazzerò).