Cronache da un manicomio (Uovo-fritto/reloaded)

uovofrittoCom’è, come non è, sono riuscito ad andare a vedere i ragazzi in azione nella fatica finale. Non vi sto a dire come stavo io, ma posso benissimo immaginare come potevano stare loro, con l’intro lunghissima, l’attesa in concentrazione tra il pubblico, l’effetto carico-scarico dell’adrenalina (se si fanno solo tre spettacoli, tiratissimi, è come la sequenza dell’ottovolante). Durante lo spettacolo io stesso mi sono quasi mangiato un dito, e dire che notoriamente non sono dedito a cannibalismi. Bravi tutti, perchè lavoro necessariamente corale, senza nascondigli quasi per nessuno (e specie per i pazzerelli, sempre in faccia al pubblico). Bravo Paolo che mi immagino cosa gli abbia fatto patire. Bravi scenografi, musici e datori luce, perchè, e mi ripeto, lo spettacolo ha funzionato perfettamente, muovendo parecchie farfalle nei posti giusti (principalmente lo stomaco). Forza e coraggio, ora si riparte. Chi comprerà un nuovo sturalavandini?

2 thoughts on “Cronache da un manicomio (Uovo-fritto/reloaded)”

  1. Posso solo dirti che un paio di settimane fa erano più le cose che andavano male di quelle che andavano bene, allora Paolo ci ha preso e ci ha chiuso dentro la stanzino tra le due gradinate…lascio a te immaginare quale era il tono e l’argomento della “conversazione”….

  2. Confermo quanto detto da Alessandro…aggiungo che lo rifarei altre 1000 volte in quanto l’emozione provocatami non riesce ancora ad andar via…e spero non se ne vada mai.

    Pazzarella2

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