Category Archives: Life

Narrazioni resistenti

schegge Ogni qualvolta qualcosa di bello nasce tramite la rete io sono contento. Oltre alle catene di S. Antonio, scie chimice e altre baggianate, si celano nella rete (e in special modo in FriendFeed) sacche di fortissima e vivissima intelligenza e di voglia di fare. A Perugia si è assistito ad uno di questi scoppi di creatività. Il Many (Marco Manicardi) porta in giro per la penisola l’E-Book intitolato “Schegge di Liberazione“, racconti sulle pagine dell’immediato armistizio o giù di li. Qui trovate le info dell’ E-Book, e qui le foto della serata (che ha visto anche la presentazione del libro de L’Elena “La centoventotto rossa”). Qui trovate i particolari delle 2 iniziative (schegge e 128) e questo è un link a un po’ di foto. Ringrazio il Many che mi ha fatto tornare davanti ad un pubblico dopo 3 anni.

Le leggi, le persone

Volevo fare un post in gran ritardo sulla visita londinese. Ma prima c’è questa cosa da diffondere. Conosco (virtualmente) Barbara da un po’ di anni, dai forum “celesti” ai blog fino a un social network “Alternativo” come FriendFeed. Battaglia da molto tempo per questioni che riguardano la disabilità e la vita sociale del nostro povero paese. Ed eccola ora impegnata in una nuova battaglia. So che potrò dare poca visibilità nel mio piccolo, ma ci tengo a sostenere Barbara in questo nuovo assalto al lassismo e alle manchevolezze della “nuova” scuola italiana.
Questo è il suo post in proposito, e questa è l’intervista che ne è seguita.

Ovviamente tutto questo va a braccetto con il “simpatico” professore che esalta la rupe Tarpea, sbagliandone anche i riferimenti storici.

Pedala schiseta, pedala

Bicicletta da lavoro

Ogni tanto in rete compaiono cose interessanti. L’ultima è il caso di un amico di bit, che dismessi i panni dell’informatico ha deciso di cambiare vita seriamente e di passare alla panificazione. Ma non solo il “cosa” si produce ha preso una direzione nuova, anche come si intende “consegnare” il prodotto ha una nuova vita. Vorrebbe consegnare con una bicicletta da lavoro seria il pane in giro, ma la bici olandese [workcycles] (gente che con i pedali ha un altro “rapporto”) costa un tot e allora ecco l’idea. Una sponsorizzazione diffusa. Ho detto troppo. Il resto lo trovate qui su Schiseta.it con il link per fare una donazione. Un pezzo di quel sogno vi può raggiungere a casa, in varie modalità.

Pedala schiseta, pedala!

Questo post si chiama “dovevo andare alla BlogFest”

Questo post si chiama “dovevo andare alla BlogFest“. Invece no. Pensavo di andare su in famiglia. Invece no. Volevo fare il RugbyCamp. Invece no. Volevamo portare anche le scarpe da Tango per ballare fra i FantozziPuf e gli iPad. Invece no.
E tutto perché mi sono trascurato un infortunio avvenuto in campo. Ora, se voglio tornare a giocare, devo fare un “simpatico” ciclo di terapie e di ginnastica posturale e per sovrapprezzo stare fermo sino al termine della terapia, se non voglio buttare via il sacrificio in corso.

Questo post, si sarebbe potuto chiamare “Andiamo alla BlogFest”.
Invece no.

Qualcuno la chiama “Ginnastica dell’anima”

Precisamente la chiamava così Mitì Vigliero. Ho passato parte del Sabato e della Domenica prima del rientro lavorativo a mettere in ordine pezzi di caos della casa in campagna che è stata di mio padre. Casa usatissima, ma che conteneva sacche di ricordi ammucchiati con noncuranza, che hanno la forma di scarpe, fogli scritti a mano, buste con vestiti infilati dentro alla rinfusa e borse con dentro vestiti puliti e stirati e profumati, buste con sassi del Magra, riviste con foto di sfuggita, o in formazione con il team scientifico. Ora casa è più vivibile, si è recuperato spazi, che magari verranno riempiti con libri e CD, che in fondo sono altri ricordi. E io mi sento un po’ più leggero.

Finesettimana Verde

Un’informazione  per una cosa da fare questo finesettimana. C’è l’apertura del parco di Ninfa, a Sermoneta (LT), riserva naturalistica molto particolare i cui cancelli vengono aperti poche volte al mese. Non c’è modo di prenotare la visita (se non per gruppi), quindi occorre recarsi sul posto, con scarpe comode e acqua, per passare un’ora in un luogo fuori dal tempo. Io vado, poi vi racconterò.

A che scioperi siamo costretti

In Italia, se solo lo si volesse, si camperebbe benissimo (a livello di PIL) per due cose: Turismo e Cultura. Nel primo ci siamo fatti superare da parecchi altri paesi europei, mentre a leggere forum stranieri dedicati al turismo nel “bel paese” siamo, a quanto pare, specializzati nelle patacche e nella fregatura (costosa) al turista. Rare eccezioni non alzano la media.
Per il secondo punto stiamo raggiungendo livelli incredibili. Le orchestre sinfoniche stanno lentamente sparendo, i teatri stabili fanno i conti con il pallottoliere, il concetto di cultura, che QUESTA classe politica ha voluto identificare in maniera negativa e di parte, viene irriso e additato come antiquato o inutile. Parte allora lo sciopero, passato sotto silenzio o evidenziato in maniera negativa. Non si parla del lento strangolamento che l’arte subisce nel nostro paese, si parla degli eventi mancati, dell’impossibilità di vedere la prima! “Signora mia! Anche il biglietto avevo preso!” Lo sciopero parte dalla firma del decreto sugli enti lirici da parte del Presidente Napolitano. Decreto presentato dall’ inutile Bondi, Il culturalmente inetto ed inutile ministro, messo li anche lui a togliere, un mattoncino dopo l’altro, le strutture, i fondamentali su cui si sono basati anni di scambi culturali e di crescita di orchestrali e maestranze.

Qualunque cosa ne pensi il povero Baricco, che già diede alle stampe un phamplet “contro” i finanziamenti, la cultura, sia pur finanziata è necessaria e ci salverà (forse e solo chi si vorrà far salvare) dal terrificante velinismo e mariafilippismo in cui siamo, per nostra colpa, alla fin fine precipitati. Trovate immagini e un altro articolo scritto da Giorgia qui (con un buon esempio di sciopero alla rovescia).

Enzo torna

Tributo a Baldoni da Trudeau

Nel 2004, uno dei pochi italiani che mi facevano felice di esserlo sparì, ucciso si seppe poi, nell’Iraq in preda al caos post invasione. Vari presunti giornalisti scrissero e sputarono veleno e fandonie su Enzo Baldoni, non vergognandosi neanche davanti al dolore (mai esibito) della famiglia. L’immagine che “orna” il post è invece il tributo che Gary Trudeau, autore della striscia satirica Doonesbury gli tributò all’epoca (per i pochi che non lo sapessero, Baldoni traduceva in italiano la strip per Linus). Questo mostra ancora meglio il nostro malmestoso schifo giornalistico.

Ora Enzo torna in Italia, dopo 6 anni. Un semplice abbraccio alla famiglia.

Presa di posizione per Emergency /2

Alla fine sono stati liberati. Senza accuse a loro carico. Il nostro quantomeno inetto ministro degli esteri ha fatto la solita cosa del salamelecco a tutto e tutti, cerca di cambiare discorso, ma intanto la sensazione che l’unico scopo fosse quello di far lasciare ad Emergency un ospedale in una zona in cui “forse” ci saranno attacchi un po’ più violenti del solito. Resta il fatto che quanto sentito in giro è per me corretto. Fossero stati Inglesi o Americani, gli ambasciatori e ministri vari del caro Karzai sarebbero stati presi a calci nel sedere, facendo liberare gli ostaggi in meno di 24 ore. Continuiamo a valere internazionalmente come un doppione di figurine Panini.