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“Parlami d’amore, Mariù…”

Vecchio MicrofonoUn suggerimento per il fine settimana a Roma. Domenica 2 Aprile alle ore 21.00, presso l’auditorium Parco della Musica, torna ad esibirsi Max Raabe e la fantasmagorica Palast Orchester. Ne avevo già parlato in occasione di un precedente concerto, e visto il loro ritorno non posso fare a meno di consigliarveli caldamente. Se volete fare un viaggio a ritroso nel tempo, fino agli anni ’20, dove orchestre simili a queste allietavano e facevano danzare i giovani dell’epoca, successivamente etichettate come “degenerate”, la serata di domenica è quella giusta. E vi consiglio di affrettarvi, sicuramente i biglietti stanno andando a ruba.

…Usa la forza…

Luke Skywalker: Maestro, spostare delle pietre è una cosa,
questo è del tutto diverso!
Yoda: No! Non diverso! Solo diverso in tua mente.
Devi disimparare ciò che hai imparato.
Luke Skywalker: D’accordo ci proverò…

Yoda
: No! Provare no!
Fare o non fare, Non c’è provare!

Yoda allena LukeImprovvisamente ti rendi conto che tutto quello che hai fatto fino a questo momento, almeno negli ultimi anni, non ti serve, anzi, devi cercare di buttarlo via. Cinque anni di teatro prevalentemente comico, al limite brillante ti si attaccano addosso come melassa. E’ durissima levarsi vizi e clichè, evitare di ammiccare, fare mezze smorfie, rimanere dentro (se stessi). Ti sembra di non usare nulla di quello che (pensi) di saper fare. Anche la voce ti sembra strozzata e fioca, anche se in realtà in quel momento stai facendo un terribile sforzo di concentrazione. Inizialmente gli esercizi di laboratorio sembravano una passeggiata; vado li’, faccio come al solito, faccio ridere e torno al mio posto soddisfatto. No, non è più così, ora gli esercizi sono esercizi e richiedono il giusto sforzo e la giusta tensione.

Per non parlare del fiato. Sempre fatto la diaframmatica (se non sapete come funziona la respirazione diaframmatica, trovate ottime info qui), poi scopri che a tenuta stai peggio di chi si fuma svariate sigarette al giorno. E allora rimettiti giù, alza e abbassa il diaframma, cerchi di fare gli esercizi, perchè alla fine, tutto quello che vuoi, tutto quello che cerchi, e lo sai bene, è stare su quelle maledettissime polverose assi, davanti ad almeno un paio di occhi, per regalargli qualcosa, un pezzo di te, un’emozione.

Per il proseguio del laboratorio, oltre ai testi già assegnati, bisogna portare altro. Anche il testo di una canzone, da recitare come fosse un monologo. Io ne ho una in mente da giorni.

Il Sarchiapone

Walter ChiariMatteo “Dispenser” Bordone per la seconda volta in poco tempo se la prende con il modo di recitare italiano. Aspettate non scappate, lo so che la faccenda rischia di essere noiosa, cercherò di essere breve e accattivante. Provate ad ascoltare un film (americano o inglese) in lingua originale. La prima impressione che si ricava è che sembra rumoroso. Perchè in genere gli americani prediligono la presa diretta. In effetti che senso ha “premiare” un attore che poi fa da manichino per la propria voce? In Italia i film stranieri si “doppiano”, la visione dei sottotitoli (si dice) non piace al grande pubblico (che in realtà si va a vedere le varie vacanze di natale). Il film doppiato suona pulito, senza fruscii. Anche quelli italiani, che infatti sono sovente ridoppiati. Senza voler fare l’esegesi della dizione io mi sposto sulle assi del teatro (dove spesso molti di quelli citati non compaiono e non compariranno). In teatro serve la dizione, serve perchè si deve (dovrebbe) recitare senza quei cosi attaccati in faccia (microfoni) che danno l’impressione di una enorme cicatrice. E per far arrivare la voce in fondo alla sala ci vuole il diaframma. Poi su questo diaframma ci si appoggia anche un’inflessione, un tic del respiro, un “vizio”, altrimenti i personaggi recitati saranno tutti uguali, ma non penso che un Riccardo III sia uguale a un Ciampa e così via. La figaggine dell’accento (romano o non) si perde nel respiro. Di scapole in genere. Che rende la voce fioca e poco utilizzabile in altri ambiti che non la “Fiction”. In cui, a dispetto di quello che dice Bordone, recitano tutti alla stessa maniera, sia in battute tipo “puttana, ti porto via la casa di Terracina” sia ” siamo tanto innamorati, nessuno ci dividerà”. E a me questo fa un po’ ridere. Per concludere (e collegarmi al titolo) possibile che nessuno si ricordi di un grandissimo nostro attore capace di cambiare mirabilmente voce, accento e cadenza? Possibile che nessuno si ricordi mai di Walter Chiari?

Ahi ahi ahi, ARGH!

TampaxIl post è fuffa e altro al tempo stesso, tenetene conto.
La gente da evitare esulta per aver fatto secco lo spot (molto sopra le righe) delle patatine con protagonista Rocco Siffredi. La gente da evitare è, tanto per intenderci, quella che non esiste neanche come associazione ma solo come iscritti ad una mailing-list, ed è tutto dire. Eppure hanno glissato su una pubblicità che definire “terrificante” è poco. Secondo me può concorrere al titolo della “peggior campagna pubblicitaria radiofonica di sempre”. E’ la pubblicità della Alpitour per la promozione “Go Go Days” che inizia sempre con una voce femminile che sembra (non necessariamente in quest’ordine): una pubblicità di assorbenti igenici (interni o no non è dato di sapere) o di un efficace antidolorifico per “quei giorni”, una pubblicità di un produttore di gioielli (o fiori) da regalare alla moglie per l’anniversario, oppure una pubblicità per gli uomini con disfunzione erettile (Se non lo fanno in quei giorni, non lo fanno più). Subito dopo parte una versione orribile di “Johnny B Good” e il disclaimer della Alpitour. Alpitour che già odiavo all’epoca del “No Alpitour” ecc. ecc. E che adesso è riuscita a risalire di almeno una decina di posizioni. Ma in fondo è probabile che la gente da evitare non ascolti molta radio.

L’eterno dilemma

Finalmente una bella prestazione, anche se gli errori sui calci hanno compromesso il risultato finale. Contro i campioni in carica. Sul loro campo. E sopratutto non si completa il servizio di cucchiai, almeno per quest’anno. Ma parliamo del dilemma del titolo, che mi colpisce sempre quando torno da Napoli: ma la sfogliatella è meglio riccia o frolla? (io, in genere, nel dubbio le mangio entrambe).

Aéèioòu

LaringeCosta fatica, tanta fatica rieducare una voce che ha tanto narrato ma poco fu educata. Ora, a rieducare, si fa fatica, fatica si fa. E così fra le sette vocali sette (chi ha detto è sbagliato, che sono cinque?), la laringe che si inizia a riallargare, il naso che vibra (pessimismo – fastidio), le “gl” che stentano ad articolarsi (per fortuna le “r” sono a posto), fare gli esercizi porta la tua famiglia (o chi ti circonda) a guardarti come se fossi appena fuggito da un manicomio e magari pensano di chiuderti in cantina, non si sa mai, ti dovessero scorgere i vicini.
Sono felice di aver iniziato il corso sulla dizione in maniera tecnica, la cosa che mi è sempre mancata (e che ho sempre invocato). Poi chissà, più avanti si parlerà di come scrostrare una brutta patina di abitudini sbagliate.

Montalbano e la sindrome di Conan Doyle

E’ bastata una parola (fine) per scatenare i giornalisti parolai sulla presunta morte di Moltalbano. Con tanto di paralleli con la figura di Sherlock Holmes, che fu uccisa e poi frettolosamente resuscitata a furor di popolo dal suo autore.
C’è voluta una precisazione da parte di Camilleri (dall’ordinato Camilleri) per mettere in chiaro la cosa. Poi ci chiediamo perchè i libri di barzellette vendono bene in Italia.

Strane cronache da uno strano Paese