Category Archives: Music

Balliamo di Architettura

Formazione BollaniSono riuscito ad andare a vedere Bollani all’auditorium, anche con il fisico che remava contro. Devo dire che ne è valsa la pena, visto che l’incrocio Zappa + Bollani è stato decisamente riuscito. Partiamo dalla formazione. Bollani è spalleggiato da un gruppo di musicisti americani favolosi, Josh Roseman al trombone, Jason Adasiewicz al vibrafono (una vera rivelazione, usa lo strumento in maniera folgorata e folgorante), Larry Grenadier al contrabbasso e Jim Black alla batteria. Il concerto porta (ovviamente) pochi brani in dote, espansi sino la dove la trama della musica zappiana permette, tenendo conto che lui per primo si divertiva con questo genere di operazioni. La scaletta riporta cose come Lumpy Gravy, Blessed Relief, poi l’unico pezzo cantato, un Bobby Brown fedele all’originale ma pieno di chitarrine di plastica e sassofoni della bontempi, il vibrafono suonato con l’archetto, poi Cocksuckers’ Ball (specifico, i brani non erano dichiarati, questo è quello che ho “intuito” all’ascolto) e i bis, iniziando da una versione per piano solo di uno dei miei pezzi preferiti di Zappa “Peaches en Regalia”, velocità e spostamenti di accenti incredibile, con il pubblico che ha continuato a chiamare il gruppo sul palco con la concessione del tema di Lumpy Gravy ripetuto in chiusura. Ora non mi resta che sperare in una pubblicazione di questa serie di concerti. Sarebbe un bel regalo a diversi gruppi di persone, appassionati di jazz, zappiani e curiosi musicali in generale.

La foto è orrida, fatta in deroga alle animose richieste dell’Auditorium di non farne (neanche potessi venderla, tsè), a solo memento del fatto che qualche linea di febbre non mi hanno impedito di fruire di buona musica.

L’innominabile evento /2

Menzione a parte per il miglior dopofestival degli ultimi anni, quello con alla guida la salda mano di Elio e le storie tese, che ha donato al pubblico alcune delle parodizzazioni più esilaranti come questa:

e un finale di festival con Rossini (che secondo me si è divertito) e la sua cavatina de “Il barbiere di Siviglia”.

Per la serie “come ti salvo il festival”.

L’innominabile evento

TramE’ passata quasi una settimana dalla fine di Sanremo, ma mi va di scrivere due cose. Premetto che ho al solito filtrato il festival tramite i Gialappi ed anche così l’ho seguito a mozzichi e a bocconi, però voglio fare un’analisi sul formato televisivo e un po’ sulla musica:

Baudo (il vecchio?) + Chiambretti (il nuovo?) – Ha funzionato bene, non ci sono state cose di cui vergognarsi, i tempi (diciamo) comici hanno avuto pochi buchi. Baudo che accetta di uscire sul palco dalla botola come Belfagor in apertura mi ha divertito. Baudo ha ammesso che il Sanremo elefantiaco (sua creatura) ha bisogno di essere scorciato, ma probabilmente non glielo permetteranno (sappiate che la cosa è fortissimamente voluta dall’amministrazione della città dei fiori).

Ospiti: Ci sono stati alti (Ben Harper) e bassi, buone le idee fuori dalle righe (vedi Mark Yu). Baudo si è quasi fatta passare la voglia di far parlare a tutti i costi gli ospiti musicali, il tormentone “Donna Rosa” dopo la terza volta ha sfrangato i maroni (ma si poteva sopportare).

Giurie di qualità: E’ passato l’otto (Tram della capitale noto per i suoi incidenti) e se li è portati via tutti. Inutili, stendiamo un velo pietoso.

Televoto: Abolitelo. Meglio la semplice giuria demoscopica.

Le bellone: Poco invadenti, costrette dagli autori a qualche siparietto comico. Meglio delle sfilatone di mezzora del passato (vedi edizione Bonolis).

La musica: e qui il discorso si fa complesso. Cosa si cerca da Sanremo? Un idea di musica italiana che rimane ancorata ad una pseudo-tradizione (e costringendo anche gli esordienti a fare lo stesso)? O un possibile evento per trovare nuove idee? Alla fine poca roba nuova, troppa roba vecchia (cosa diavolo lo riesumi a fare un Cutugno o un Little Tony?). Il terrore corre sul filo: Tricarico deve fare l’autore (qualche idea l’ha) e contemporaneamente andare in analisi, un Tenco basta e avanza (e gli manca la classe). La Bertè, pseudo disastro annunciato, ha ragione la Gialappa, fa la finta matta tanto la voce non va più. Classifica personale (ma senza ordine di arrivo): Gazzè, Frankie Hi Nrg (ma mi aspettavo altro), Cammariere (duetto con Gal Costa +10 sul mio personale cartellino), L’aura (duetto con Cristina Scabbia, fatto felice l’angoletto metallaro che è ancora in me). I vincitori: Spottone pubblicitario per il musical a venire, canzone d’amore che sembra uscire da un cartoon Disney. Non saranno i nuovi Jalisse dato il diverso ambito in cui operano. Caso Tatangelo: Dopo tutte le chiacchiere, le esternazioni e i fischi; la ragazza ha un solo problema, è simpa come un dito al culo. Zampaglione: L’otto (vedi sopra) nell’altra direzione.

Concerto di Capodanno alla Fenice /2 – Reprise

Ho letto molto divertito il commento di Paolanna ad un post di circa un’anno fa, riguardante il concerto di Capodanno. Oltre a confermare quanto scrissi, aggiungo una cosa. Mi è capitato ieri di scendere dalla macchina dove stavo ascoltando su Radio3 il concerto da Vienna e di entrare in un locale con un televisore sintonizzato sul primo canale che trasmetteva il concerto da “La Fenice” di Venezia. Se il repertorio Viennese è “allo spumantino” (come diceva Vaime in radio qualche tempo fa, aggiungendo che però quello è il gusto che ci si aspetta il primo dell’anno), non vedo perchè quello del concerto “Italiano” non riesca ad allontanarsi, con un po’ di coraggio, da una compilation da cesto dei Cd in offerta da Autogrill.

Buon 2008.