H2O

britaPer tutti quelli che da Bordone hanno detto che, ad esempio, usare la Brita è scocciante, che l’acqua del rubinetto ha un sapore che, insomma, è così così, ecc.. consiglio di andare a dare una occhiata a questa pagina, dal sito di Jacopo Fo, in cui viene presentato un apparecchio totalmente passivo (c’è anche la versione “debatterizzante”) che sostituisce egregiamente la brocca e permette di scordarsi le bottiglie. Io ho intenzione di prenderlo. C’è da dire che una soluzione simile si può trovare, magari girando un po’ per i reparti, anche in grandi centri di hobbistica (tipo i vari castorama, obi ecc…).
Versioni più costose (anche leggermente più ingombranti) permettono anche di avere la gassata in casa (per i vari addicted). Come al solito è una questione di scelta (e magari di portafoglio).

Grasso olimpico?

olimpiaSono finite ier sera le olimpiadi invernali in quel di Torino, con una cerimonia di chiusura in linea con la prima festa ma con la classica malinconia di fondo e l’aggiunta piccante. Le ho seguite poco e malamente e posso dire che quello che ho visto come cronache aveva ottime immagini (oggi credo sia difficile fare brutte riprese con i mezzi tecnici a disposizione) e commenti sui generis (il terribile vizio italico del bla-bla anzichè un vero commento tecnico), mentre per me dovrebbe sparire da qualsiasi palinsesto il salotto chiacchierifico e soporifero a tarda notte (credo, ma aspetto smentite, che sia solo della tv italiana) con gli ospiti (medagliati o meno), i bistecconi e tutti i contorni. Ci vorrebbe un bel ricambio generazionale, e a quelli capaci un bel corso di rieducazione, per evitare cose come quelle offerte in passato dal bisteccone medesimo, che porta agli urli e gli strepiti di Bragagna nella cronaca della 50 Km di fondo.
Da questa cosa fa partire il suo pezzo di critica televisiva anche Aldo Grasso ma, sarà una mia impressione, si perde nella seconda parte del pezzo e finisce con il criticare le critiche (ops!) fatte alla pressione televisiva sugli atleti impegnati in discipline definite solitarie. Se la cronaca fosse solo cronaca non esisterebbe il problema di una pressione mediatica “negativa”, ovvio che le attese possano essere molte, ma un conto è la pressione di partire favorito, un conto è una televisione (o radio, o giornale) che scrivono panegerici in grande anticipo e con richieste di dedica medaglie come se si fossero già vinte.

RadioRai Podcast

logo podcast raiDelle due l’una: o non sanno che cosa stanno facendo, o pensano che gli utenti più avvezzi alla tecnologia siano dei fessi a cui dare il contentino. Di cosa parlo? Della tecnologia del Podcast, applicato a RadioRai. Avete presente Itunes? Bene, in quel programma ci sono due sezioni che mi lasciano basito, una sono gli audiolibri, in cui c’è tutto (sia in sintesi sia completo), compresi i libri di fresca uscita, ma solo in inglese (nei paesi anglosassoni la sezione dei libri in cassetta e CD è presente in tutte le librerie) e poi la directory dei Podcast, in cui spiccano, che so, la BBC o la CBC o la WGBH di Boston. C’è anche la Rai (e credo anche altre emittenti). Principale differenza e che la BBC o le altre radio tengono un Podcast separato per programma, (che so, Today o Sportweeks per la BBC), mentre la RAI ha fatto un frullatone di tutti i programmi, in un unico Pod, per cui se ti iscrivi (cosa che uno vorrebbe fare per mantenere tutto aggiornato) ti devi scaricare tutto, da Radio Anch’io a Pronto salute, mentre magari uno è interessato solo a “il ruggito del coniglio” o magari a “la fabbrica di polli“. Inoltre l’aggiornamento e a singhiozzo, incostante, le trasmissioni vengono rimaneggiate (che senso ha levare la sigla finale di “Blackout” cantata da P.F. Poggi?) e a tutt’oggi, per fare un esempio, il ruggito è fermo al 20 e “Viva radio2” ha solo quattro puntate di sintesi. Così non va, si fa un pessimo servizio agli abbonati e a chi, magari per problemi tecnici di ricezione, vorrebbe abbonarsi al suo programma preferito per poterselo ascoltare con calma.
Il sistema è totalmente da rivedere.

William Bolcom – Song of innocence…

Copertina disco BolconQuesto è l’ultimo disco che ho acquistato nel versante classico, influenzato da una passione per William Blake che risale ai tempi musicali “attivi”.
Il disco è “William Bolcom – Songs of Innocence and of Experience (William Blake)”, coro e solisti dell’University of Michigan School of Music, con la direzione di Slatkin.
La vita e le opere di Blake mi avevano profondamente colpito. Poeta ed incisore era il perfetto stereotipo “romantico” a cui si rifaranno altri contemporanei e tempo dopo la ricerca del cupo nel versante dell’immaginifico “Dark”. Del disco ne avevo sentito delle parti tempo fa e trovandomelo davanti sullo schermo del computer non ho resistito e l’ho acquistato. Non sono un esperto del genere, tende a ricordarmi a volte la parte orchestrale che si trova su “Atom Heart Mother” (anche se siamo ad altri livelli e con altri stimoli). Ti trovi ad ascoltare cantanti che intonano spirituals o ninna nanne con un accompagnamento minimale che all’improvviso si apre per lasciare posto all’orchestra (con forte uso delle percussioni). Alcune parti “risuonano” in testa (come se fossero state già ascoltate) oltre a quelle che già conoscevo.
Se volete sapere qualcosa in più di Blake e della sua vita potete seguire questi link:

    In italiano su Wikipedia
    Una esauriente introduzione in inglese
    un fantastico archivio contentente sia le sue incisioni sia le poesie
    Una pagina per William Bolcom

La regola del fightclub…

quelli che se gli tocchi il giochino si incazzano…oh yeah
Quelli che corrono a fare il giochino pur di avere tre accessi in più…oh yeah

Non voglio fare la parte di quello con il ditino accusatore alzato, però in tempi mesti come questi, cercare di tirare su il livello non guasterebbe. Ecco perchè mi altero quando vedo gente (nei commenti di Akille) che si incazza perchè “guai a scoprire il giochino”. Tanto poi a fare questo giochino corre la maggior parte dei blog che vorrebberò avere un briciolo di visibilità in più.

Tanto vale seguire un consiglio che dice “…e farsi un trip di mozart? tanto per andare controcorrente? ci sono cose notevoli, eh….” come hanno scritto giustamente nei commenti chubbyhuggs e Giorgia

Le note sono sette…

Quando si parla di casi di plagio c’è sempre quello che, non sapendo un cavolo di musica, se ne esce con questa frase fatta (nel catalogo si trova subito sotto “non ci sono più le mezze stagioni”).
In campo teatrale la cosa è ancora più complessa, basti pensare a quante volte lo stesso schema sia stato utilizzato e messo in scena. Il nostro mai troppo compianto Armando Cafaro aveva scritto una farsa in due atti che aveva intitolato “Aspettando Francesca”. Questa la trama in sintesi:
A proscenio un cartello accoglie gli spettatori: “Questa sera la Francesca da Rimini”, buio in sala e la rappresentazione viene interrotta per la sparizione dell’attrice principale, appunto la Francesca. Il factotum del teatro tenta di intrattenere il pubblico mentre le maestranze del teatro prendono man mano possesso del palco, fino ad affrontare una mano di Tombola alla napoletana. Incalzato da uno spettatore “un po’ mariuolo” il factotum si trova costretto a fare una versione rimaneggiata dell’opera, utilizzando anche vari “elementi” presi dal pubblico, con ovvi effetti disastrosi, fino all’arrivo della tanto attesa “Francesca”.

Oggi mi hanno mandato un link per uno spettacolo che si terrà al Sistina, messo in scena dai fratelli Insegno che si intitola “un po’ prima della prima…”, di cui vi lascio leggere da voi la trama e provare a trarre eventuali conclusioni…
Eccola, presa direttamente dal’ufficio stampa on line del teatro Sistina:

“Chi è di scena!” è il segnale che echeggia dietro le quinte di un Palcoscenico quando lo Spettacolo deve cominciare. E’ un momento improrogabile, non c’è più tempo per dubbi, domande , perplessità, il pubblico è pronto, si deve andare. Ma se questo avviso arriva quando ci sono ancora mille problemi da risolvere, assume un suono minaccioso…
E’ la sera della “Prima” e , a quelli che sono i normali problemi di un debutto, se ne aggiungono altri che sembrano insormontabili: il balletto non è pronto, le scene non sono finite, i costumi sono dispersi e soprattutto, gli ospiti importanti dello Show , per svariati motivi, non sono ancora arrivati. Al povero Presentatore, che si aggira sul palco insieme ai suoi collaboratori, è riservata però una grande sorpresa: l’intera squadra di tecnici e manovali dello spettacolo, svela di possedere un inaspettato talento. Tutti sono in grado di dare il loro contributo allo spettacolo : Attrezzisti che cantano magnificamente, Agenti pronti a sostituire Star internazionali, Direttori di Palco in grado di recitare interi monologhi, Parrucchieri e Truccatori che sembrano uscire dai musicals di Broadway, buffi Amministratori dalla comicità irresistibile. Il tempo corre, si deve cominciare, ma, grazie al lavoro di tutta la squadra, il fatidico “Chi è di scena!” diventa la parola magica che dissolve ogni problema : per incanto tutto è pronto, lo Show comincia!

Mah…

Dal cucuzzolo della montagna….

Mettiamola così. Siete in ufficio, non vi va di lavorare, vorreste seguire le olimpiadi invernali di Torino ma non sapete come fare? Semplice, andate sul sito di Zoro e se compare sulla destra l’immagine che ho messo nel post cliccatela, vi porterà dritti dritti nella pagina della diretta olimpiadi curata da Zoro e Slug. Una diretta che quelli di Repubblica se la sognano, una diretta che vi permetterà di seguire quegli sport che davvero fanno olimpiade invernale, quelli che non passano in TV come il fantastico CURLING!