Invictus

Premessa: Riporto qui sul blog una mia mail alla storica Rugbylist, dove si stava discutendo sul nuovo film di Eastwood, dedicato al SudAfrica di Mandela al momento della transizione dalla dominazione bianca boera.

Provo a scrivere una cosa sul film Invictus, visto ieri sera all’anteprima tenuta al Parco Leonardo (Roma-Fiumicino), in compagnia delle Fiamme Oro.
Il Rugby, qui, è metafora. Eastwood è diventato in questi anni un regista molto preparato e Morgan Freeman è ormai la sua anima davanti le cineprese. Ciò che è centrale è quello che il vecchio Mandela ha fatto 15 anni fa, salvando il SA dal diventare la nuova Rodesia. Ha permesso, con tutti i limiti e tutte le problematiche tuttora presenti, al SA di continuare ad essere una nazione civile e a salvarla da una quasi sicura guerra intestina. Per fare questo, con lungimiranza, ha sfruttato la sport Boero per eccellenza, quel rugby giocato nelle ricche scuole dei bianchi e lo ha fatto lasciando che simboli e colori dell’apartheid diventassero un simbolo unico. Questo l’antefatto. La realizzazione cinematografica di uno sport giocato da 30 persone su un campo così ampio è difficoltosa, specie se usi degli attori dentro l’azione. Cercare il “realismo” nel placcaggi o nelle fasi di gioco è come per un calciofilo cercare la realtà calcistica ne “l’allenatore nel pallone”. Poi, le riprese delle fasi di gioco sono state fatte in maniera molto intelligente. Se le riprese sono dagli spalti, l’immagine è quella che io o un qualunque spettatore ha dagli spalti, vedo tutto il campo, in fuoco fisso, (quando guardo una partita è la mia attenzione che si focalizza su un punto, ma i nostri occhi non sono in grado di avvicinare un soggetto). Quando la ripresa scende sul campo è diversa da quella di SKY presa da fuori della linea bianca, ma è “dentro” l’azione, sono i nostri ballonzolanti occhi che seguono il nostro mediano intento al passaggio a tuffo, che si muovono intorno inquadrando i nostri compagni e avversari. L’effetto è quello corretto, e i particolari studiatissimi (divise, palloni, mise dell’arbitro) sembrano anni luce distanti dalle attillatissime tutine da pattinatori attualmente utilizzate.
Per quello che può valere un applauso ad una pellicola, ieri sera c’è stato, ma non per il Damon-Pienaar, ma perchè quei 30 anni di prigione di Mandela, buttati alle spalle per non distruggere tutto, appaiono chiarissimi alla fine del film, quando immagini moderne mostrano una scuola “nera” con un gruppo di ragazzi di colore ad allenarsi.

Il messaggio passa e il film vale. Dategli una occhiata senza usare un metro di paragone “sportivo” che nella finzione non può esistere per forza di cose.

The Mighty Flying Penguin – Numero Sette

LogoTorna, finalmente dopo mesi se non anni, una nuova puntata del pinguino, fatta con tutti i crismi  e con tutte le cosine teNNiche al suo posto.

In questo numero un po’ di carne al fuoco. Innanzitutto un omaggio al Condor di Luca e Matteo, il momento della classica con un pezzo per violino e flauto (laflauta docet) preso dall’album “Six Sonatas for Flute and Violin – Opus 51 – Boismortier” del duo de Bois. Ho comprato e scaricato l’album da Magnatune, un ottimo servizio di musica originale on line che consente il preascolto dell’intero archivio, flessibilità nel prezzo dell’acquisto e che da il 50% secco dell’incasso agli artisti. Poi la “promessa” lettura presa dal libro “La distruzione di un mito” di Gaspare Bitetto, in rete “Waxen“, che mi sono assai divertito a registrare, indi un mio contributo, già pubblicato, per il collettivovoci, splendida iniziativa di cui ho parlato nel post precedente e per concludere un salto nel Punk Ska (demenziale) dei bravi “The Menthos“, con un pezzo preso dal loro secondo album “du iu uona Rokke Rolle?”.

Come sempre, Buon Ascolto.

P.s. Da questo numero il podcast è ospitato su Podbean, servizio di hosting per podcast.

Collettivovoci

Fare cose su Internet. Fare cose sulla rete è un po’ più di aggiornare il proprio status su un social network o mettere un anonimo post da troll su un forum. E’ inventarsi un modo diverso di fruire la rete. Già ora ci sono molte e interessanti proposte radiofoniche in podcast o live, ma il tumblr di Collettivovoci (al quale ho già dato il mio contributo e altri ne seguiranno) è davvero una bella novità. In pratica blogger, frequentatori della rete e dei social network leggono qualcosa scritto da altri blogger e così via. Le letture sono aggregate sul tumblr in questione. Non ci sono limiti di livello tecnico o altro e i risultati spesso colpiscono in maniera incredibile per immediatezza. Vale la visita e il vostro contributo.

L’evoluzione di Capitan Findus

Siamo arrivati a tre capitani, per quello che mi posso ricordare io. C’era il vecchio, tipo babbo natale dei mari, che è stato il classico per anni. Faccia da Braccio di Ferro senza spinaci, poteva essere la brava guida per i pupi o un maniaco sessuale.
Poi, probabilmente il vecio è venuto a mancare*, è arrivato il giovanottone tutto gadget e basetta rasoiata, troppo interessato all’apparenza e all’azione stile James Bond. Probabilmente missing in action in qualche incursione a base di platessa.
Ora il ritorno al brizzolato, con il “nuovo” capitano che, con la faccia da bastardone, ha l’aria di quello che si tromba le mamme dei ragazzini quando li riporta a terra.

* A margine dello scherzo, l’attore inglese John Hewer, che lo ha interpretato per anni è morto lo scorso anno.

Unboxing the jackets

Tanto per rimanere in tema rugbistico. I video di Unboxing che si trovano su Youtube o Vimeo sono generalmente delle riprese con commento, spesso molto annoiato, di gadget elettronici.

Allora quando arrivò il pacco delle maglie della squadra e mi venne in mente di fare un video dell’apertura dello scatolone pensai a una cosa simile ad un corto, un piccolo film, magari senza parole ma con la musica a sottolineare il momento.

Ecco allora il nuovo video di unboxing della Touch Rugby Roma, dedicato ai nuovi giubbotti antipioggia.

Unboxing 2 – The New Field Jackets from Xabaras on Vimeo.

sulla mia pagina di Vimeo troverete anche l’altro, quello della divisa.

Liberi Nantes Touch Rugby (e altro)

Della partita di Sabato dell’Italia non ne ho parlato e ne dirò comunque poco. Ci siamo salvati in casa del Lupo Irlandese (29 Vs 11), potevano asfaltarci ma sul tabellino  ci sono 2 zeri, uno gli offloads e l’altro le Touche. Passiamo oltre.

Del progetto Liberi Nantes vi avevo già parlato, Giovedì 11 parte ufficialmente con il primo allenamento, presso il campo del Villa Panphili al Corviale.

La nuova sezione della polisportiva Liberi Nantes permetterà alle donne nello status di rifugiate, richiedenti asilo, di poter avere accesso ad un’attività sportiva che le conduca fuori dai centri di residenza abituale,  permettendo loro di vivere una parentesi sociale nuova e, se possibile, lontana dalle storie spesso tragiche che le hanno viste protagoniste.

Potrebbero esserci ospiti a sorpresa, ancora è tutto da vedere. Appuntamento quindi Giovedì 11 Febbraio alle ore 19.00 al Centro sportivo Arvalia-Villa Pamphili Rugby in Via Degli Alagno snc (zona Corviale).

Finesettimana ovale e altre cose (a Roma)

Come al solito post di segnalazione per l’incipiente finesettimana. Iniziamo dallo sport, Sabato inizia il 6 Nazioni 2010 e la nostra Nazionale Sarà a Dublino per la prima partita contro gli Irlandesi campioni in carica. Decisamente un bel banco di prova. Capitan Parisse è ancora fuori dai giochi (sarà dietro a un microfono per fare il commento tecnico). Questo sarà il primo 6 Nazioni con disparità di trattamento del pubblico. Chi ha Sky potrà godersi tutte le partite in diretta e con il commento di Munari, tutti gli altri potranno seguire solo la Nazionale in differita su La7, rete che si merita il plauso per essere riuscita a strappare almeno questo “contentino” allo strapotere di Sky. Temo che il calo di visibilità non aiuterà il movimento (e non potrò sentire i commenti irritati dei calciofili sotto botta).

Poi passiamo alla cultura. All’Auditorium di Roma ci sono un po’ di appuntamenti interessanti. La pista del ghiaccio è ancora li, poi se volete levarvi dalla testa lo stereotipo della danza intesa come tutù a piumino e la morte del cigno, vi potrebbero interessare gli spettacoli di “Equilibrio”, bel festival di nuova danza. Poi i concerti con l’introduzione per i bambini e ragazzi di “Tutti a S. Cecilia!” e il concerto de “The Swell Season”. Domenica poi proseguirà la danza, gli spettacoli musicali per bambini (anche neonati) e ragazzi dell’orchestra di S. Cecilia e il concerto di Joss Stone. Il calendario è qui per Sabato e Domenica.

Il buco nero radiofonico

Consideriamo. Consideriamo che è passato un mese dalla chiusura di Condor (L’ex programma di Luca e Matteo, per chi non lo sapesse) e tutto quello che ne ho ricevuto è una sorta di buco nero  sulla time line di Radio2. Io sto qui che mi riascolto l’anastatica delle puntate passate del programma, grazie all’archivio a cui tutti abbiamo contribuito sul sito di Giovanni Fontana (Distanti Saluti) e non riesco più ad accendere la radio dalla fine del Ruggito all’inizio di Caterpillar. Prima sentivo, alleviato dalla programmazione precedente, anche 610, ora mi irrita, e non parliamo del pessimo riposizionamento di Dispenser. Aspetto i risultati del panel (che sono sicuro verranno letti e stiracchiati in tutte le direzioni, per non mostrare la debacle), ma non credo che il ciacolar di donna o chi conduce a colpi di giovanilismi alla MTV Italia abbiano fatto il botto. Il tonfo, se mai.

Una lancia la voglio spezzare a favore di un programma nuovo, Moby Dick, che si occupa di musica Rock e non solo. La playlist è buona, ma la conduzione è tutta su i toni di chi dice: “uhhhh come erano forti 40 e passa anni fa!!” e riesce ad essere veramente irritante (per la cronaca, se il dinamico duo venisse riallocato radiofonicamente li, forse…)

Gelo ovale a Perugia

Ed eccomi qui, dopo aver espiato negli allenamenti di ieri sera, a dire due cose sulla tappa della Winter League appena passata. Prima di tutto grazie a Spartaco e a tutti quelli che con lui si sono adoperati per organizzare la giornata di touch e il terzo tempo, fra le colline umbre. Poi gli amici Segnini che si sono fatti valere e il divertimento che, nonostante un solo punticino rimediato con Perugia, è stato presente in campo, forse complice anche la cupella piena di Cesanese dal Piglio.

formazione Touchrugbyroma

Da questa foto, scattata alla fine delle partite e immediatamente prima di una sessione di Rugby 5 Vs 5 in un mare di fanghetta, si vede quale sia lo spirito che muove queste manifestazioni.