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Google+ visto da fuori

Non ho ricevuto in prima instanza e poi non l’ho neanche cercato, un invito a testare il terzo tentativo di social network di Google (precedenti erano Wave e Buzz). Io “vivo” e condivido la mia esperienza on line su FriendFeed, piccolo social molto flessibile con zero fronzoli, al quale appartengono un gran numero di invitati al test di G+. Sono un paio di giorni che vengono pubblicate molte schermate di “cancellazione” del profilo di G+. Magari il campione statistico è molto limitato, ma le premesse non sono buonissime (un clone di Facebook con alcune caratteristiche di Friendfeed e di Diaspora, ma con poca flessibilità riguardo l’identificazione on line). Vedremo se a Mountain View aggiusteranno il tiro o arriverà il quarto tentativo.

Antoni diggei

Gli scioperi delle testate giornalistiche della rai sono caratterizzate da un diverso risultato fra TV e Radio. Da un lato ci possiamo fare un’abbuffata di repliche e spezzoni (ultimamente collegati in maniera incoerente fra loro) di vecchi programmi RAI, sketch della smorfia, canzoni di Mina con l’orchestrona, Grillo non ancora impazzito e alla via così, mentre in radio compare la figura di (così lo chiamo io) Antonio il DJ. Antonio il DJ vive in una stanzetta a via Asiago, con sopra il letto i poster dei Camaleonti, di Mal e (in vena di trasgressioni) dell’Equipe 84. Ogni volta che c’è lo sciopero dei giornalisti in radio Antonio viene cortesemente svegliato da un capostruttura con lo zuppone e portato in una stanzetta sotto il seminterrato. Li c’è, perfettamente conservato dai sapienti tecnici RAI, uno studiolo Radio anni ’70, con tanto di microfono simil-Shure, i cartoni delle uova alle pareti, e la pila di vinili messi da un lato del banco mixer. Antoni diggei si scuote, si mette il cuffione e inizia, vinile dopo vinile, a mettere su una programmazione che retrò è dirgli poco, mentre fa i suoi interventi fra un brano e l’altro (ma il microfono è rigorosamente spento). E a casa chi è abituato a gestire i suoi tempi con la radio arriverà inevatibilmente in ritardo, rimbalzando fra un Ruggeri d’annata, Master Blaster e la luna bussò, fino alla fine dei tempi.

Le leggi, le persone

Volevo fare un post in gran ritardo sulla visita londinese. Ma prima c’è questa cosa da diffondere. Conosco (virtualmente) Barbara da un po’ di anni, dai forum “celesti” ai blog fino a un social network “Alternativo” come FriendFeed. Battaglia da molto tempo per questioni che riguardano la disabilità e la vita sociale del nostro povero paese. Ed eccola ora impegnata in una nuova battaglia. So che potrò dare poca visibilità nel mio piccolo, ma ci tengo a sostenere Barbara in questo nuovo assalto al lassismo e alle manchevolezze della “nuova” scuola italiana.
Questo è il suo post in proposito, e questa è l’intervista che ne è seguita.

Ovviamente tutto questo va a braccetto con il “simpatico” professore che esalta la rupe Tarpea, sbagliandone anche i riferimenti storici.

L’odore della carta

Non sono un passatista, no, non sono neanche antiItaliano, no, non sono neanche allergico alle graminacee, no, ma vedere che la parola scritta non è morta, ma vive sulla carta, con lo stesso amore e voglia di Vintage che può dare un disco di vinile, frusciante e sensuale, perfetto per intortare la tipa incontrata in libreria, mentre sta acquistando il libro sbagliato. Ma voi, si voi, salverete la tapina dall’incauto acquisto ed essa, riconoscente, si abbandonerà nelle vostre mani come fresca creta in attesa di essere plasmata.
Ma dove eravamo rimasti?

Ah, si!
Ecco, questa non vuole essere semplicemente una semplice recensione di un semplice fenomeno del semplice web, ma vuole dare lustro alla scrittura nella sua forma più compressa e completa, proprio come una scatoletta di carne Simmental. Si, oggi abbiamo la possibilità di andare oltre la letteratura così come la intendiamo oggi, essere protagonisti del ‘900 e poter leggere (su carta!!) l’agile volumetto “Forse anche la Simmethal” del neo baciato dalle Muse Lucah, con il suo decubito esistenziale, vi terrà incollati sino all’ultima pagina.

O alla morte celebrale.

#FALS

Guardo la luna da un’oblò…

Per continuare a ridere in faccia ai complottisti e a quelli del “non ci siamo mai andati”, questa settimana nel podcast de “il Ruggito del Coniglio”, c’è il fantastico “Musical” L’uomo sulla luna. Io lo dedico a chi si sta sbattendo enormemente per dare una documentazione accessibile, decente e divulgativa nel mare di panzane che si trovano in giro, ovvero Paolo Attivissimo, che ha reso disponibile il primo e-book sull’argomento dal titolo “Luna? Si, ci siamo andati“.

Un paio di cose

Un paio di cose così, en passant, che non mi andava di lasciare il blog in disarmo:

La “divertita” intervista al regista de “la caduta”, la cui scena della “scenata” di Hitler/Bruno Ganz è diventata una iper-parodia, applicabile alle più incredibili dinamiche (dentro e fuori dal web).
[via Giavasan]

Poi una notiziola volante che riguarda i nostri nuovi “soci”, i Liberi Nantes. Il documentario che racconta la storia della squadra (di calcio) parteciperà ai David di Donatello, nella categoria “Documentari”. Chissa che in futuro non ci sia la possibilità di fare un secondo numero comprendente il Touch Rugby.

Per concludere annuncio per questa settimana il nuovo appuntamento con il Pinguino Volante.