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Collettivovoci

Fare cose su Internet. Fare cose sulla rete è un po’ più di aggiornare il proprio status su un social network o mettere un anonimo post da troll su un forum. E’ inventarsi un modo diverso di fruire la rete. Già ora ci sono molte e interessanti proposte radiofoniche in podcast o live, ma il tumblr di Collettivovoci (al quale ho già dato il mio contributo e altri ne seguiranno) è davvero una bella novità. In pratica blogger, frequentatori della rete e dei social network leggono qualcosa scritto da altri blogger e così via. Le letture sono aggregate sul tumblr in questione. Non ci sono limiti di livello tecnico o altro e i risultati spesso colpiscono in maniera incredibile per immediatezza. Vale la visita e il vostro contributo.

Il buco nero radiofonico

Consideriamo. Consideriamo che è passato un mese dalla chiusura di Condor (L’ex programma di Luca e Matteo, per chi non lo sapesse) e tutto quello che ne ho ricevuto è una sorta di buco nero  sulla time line di Radio2. Io sto qui che mi riascolto l’anastatica delle puntate passate del programma, grazie all’archivio a cui tutti abbiamo contribuito sul sito di Giovanni Fontana (Distanti Saluti) e non riesco più ad accendere la radio dalla fine del Ruggito all’inizio di Caterpillar. Prima sentivo, alleviato dalla programmazione precedente, anche 610, ora mi irrita, e non parliamo del pessimo riposizionamento di Dispenser. Aspetto i risultati del panel (che sono sicuro verranno letti e stiracchiati in tutte le direzioni, per non mostrare la debacle), ma non credo che il ciacolar di donna o chi conduce a colpi di giovanilismi alla MTV Italia abbiano fatto il botto. Il tonfo, se mai.

Una lancia la voglio spezzare a favore di un programma nuovo, Moby Dick, che si occupa di musica Rock e non solo. La playlist è buona, ma la conduzione è tutta su i toni di chi dice: “uhhhh come erano forti 40 e passa anni fa!!” e riesce ad essere veramente irritante (per la cronaca, se il dinamico duo venisse riallocato radiofonicamente li, forse…)

Mira! El Condor!

Chiudo la trilogia del Condor (uno e due) con un saluto alla trasmissione dell’anno. Una trasmissione che non usa il trucco del telefono “aperto” per avere un margine d’ascolto migliore (lo disse anche un incredibilmente serio Bergonzoni ad una conferenza sulla radio: “Il pubblico deve ascoltare, punto”) ma che punta su contenuti e idee per farci vedere oltre la punta del naso (e del “boxinomorboso” di Repubblica). Ricordo un consiglio datomi da Luca anni fa, quando avevo messo su un blog statico (don’t ask), di iscrivermi alla mailing list del NYT per aver modo di trovare e scoprire notizie che altrimenti sfuggono. Il riconoscermi in quel genere di taglio e di raccolta di notizie date mi mancherà, come alternative rimarrebbe Nicoletti su Radio24, ma ha preso una strada diversa. Ieri ultima puntata con commento dal vivo su FriendFeed ed una piccola coda su MacchiaRama per il mago di OZ con i miei tentativi di guastatore “guastati” dalla teNNologia.

Da quello che ho sentiro ier sera ci sarà modo di continuare un bel trend, sfruttando se non le onde radio, le possibilità del web. E a chiudere un discorso di getto e poco revisionato, chiudo con una foto che dice tutto.

So long Boys.

Ma dov’è il carnevale? Un piccolo audioracconto.

Ecco il mio “esercizio” di sonorizzazione. Siamo a cavallo fra le letture di “Ad Alta Voce” di Radio3 e le sonorizzazioni fantasmagoriche del “Istituto Barlumen“, con tutti i limiti tecnici che io posso avere. Mi ha affascinato questo piccolo racconto, scritto e illustrato da Simone Frasca. L’ho fatto per un uso “personale”, ma a Simone è piaciuto. Ascoltatelo, fatelo ascoltare ai vostri piccoli lettori e fatemi sapere. Ne ho in programma degli altri insieme al ritorno del pinguino.

Per Condor (Radio2) è iniziato il conto alla rovescia

Scarico il podcast e non mi capacito. Lo ascolto per strada e mi viene il magone. E soprattutto mi chiedo perché. A Sofri e Bordone è inutile la mia sviolinata. Da essere radiofonico so benissimo di essere in primis un conservatore che vede ogni cambio di palinsesto come un attentato alla sua integrità mentale e intellettuale. Ma un conto è l’introduzione di una novità, un conto è lo scempio. Scempio che il nuovo direttore (volutamente minuscolo) porta avanti forte di motivazioni inesistenti. Prima gli ascolti bassi, con dati che si sono mostrati di segno contrario a quelli indicati, poi l’improbabile sovrapposizione con “RadioCity” che, con tutto il rispetto, è trasmissione noiosa e poco paragonabile. Insomma, s’è l’alternativa è “il primo reality delle donne”, con l’affetto che trasmetto al mondo femminile, credo che sia una punizione troppo grossa per noi, che siamo tecnologici, 2.0, web addicted ma soprattutto ascoltatori. Direi che non ce la meritiamo.

Ragazzi, fateci sapere che fine fate, dove andrete e che farete. Io e i miei 4 lettori 4 cercheremo di ritrovarvi.

Nascita di un meme

E’ stato divertente.  Non sapevo neanche cosa fosse un “Hashtag“, ma la cosa del cartello di Luca Bizzarri che ha fatto un veloce fiammata su FriendFeed mi ha aperto un mondo per quanto riguarda la propagazione dei fenomeni in rete. Ho semplicemente messo #cartellobizzarro sotto il post da cui è partito tutto e sotto il primo cartello modificato. Poi tutto ha proseguito da se come un incendio in California.
Ma, chiedo a voi più scafati, succede sempre così?

P.s. Ho imparato una cosa da questo fenomeno: “Mai foto in FF”.